Era da un po' di tempo che avrei voluto vedere questo film. Ne avevo sentito parlare bene in un programma radiofonico e il fatto che fosse interpretato, tra gli altri, dall'antipatico ex calciatore francese Eric Cantona aveva fatto il resto. Come è possibile che un tale personaggio (per di più ex calciatore) abbia saputo far bene nel cinema? Ma arrivo al dunque: il film ha un non so che di geniale e Cantona interpreta un se stesso (fiero, saggio, modesto) quale probabilmente non è ma che nella storia diventa l'elemento cardine attorno al quale ruota brillantemente l'intera trama: due Eric, quello normale alle prese con la sua vita di vicessitudini schifosamente normali e l'Eric mito del calcio al quale il calcio ha insegnato più che altro come vivere fuori dal campo. Eric il campione dispensa consigli, l'Eric normale li fa propri e li applica efficacemente. I due non si incontrano mai realmente, ma Eric il campione diventa l'amico immaginario di cui il normale aveva bisogno, soprattutto in quel momento. Eric il normale si riscatta dalla propria vita e rimette faticosamente insieme i tasselli delle proprie relazioni che nel corso del tempo erano schizzate via, come impazzite, dal suo controllo. Steve Evets (nel ruolo di Eric il normale) è fantastico: recita con una naturalezza quasi disarmante, assolutamente lontano da certi atteggiamenti holliwoodiani. Lo consiglio. Soprattutto a chi ama i film a metà strada tra commedia e dramma.
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