Sebbene sia buona norma leggerlo tutto un libro prima di recensirlo, non è detto che poi si trovi il tempo e allora questo mi sembra il momento giusto, rubo un ritaglio a questo pomeriggio e lo appiccico a mo' di post-it su questo post. Un metapost direbbe mia moglie (che è di là che prepara un dolce il cui profumo sta mettendo a serio repentaglio la mia tenuta scribacchina).
Pagina più pagina meno me ne mancano una quarantina alla fine di questo libro di Tiziano Terzani, che poi non è veramente un suo libro ma una pubblicazione postuma di suo figlio Folco, frutto di conversazioni nella casa all'Orsigna dove il giornalista ha trascorso gli ultimi giorni prima che il cancro lo privasse del vivere terreno.
Un personaggio come Terzani richiederebbe ben più attenzione e spazio di quello che io ho a disposizione e, chissà, magari una volta ne parlerò come si deve, come gli si deve. Mi limito qui a dire che queste conversazioni, questo libro, me lo hanno riproposto per come lo conoscevo e per come me lo immaginavo: un uomo meraviglioso, una di quelle persone che la si vorrebbe come padre, fratello, maestro alle elementari, guida spirituale e compagno di poker nelle giocate natalizie. Un bischero e un saggio al tempo stesso, le cui parole sono soffi d'aria pura ad aprirti i polmoni e la cui stessa esistenza è un esempio di vita "volata" con le ali spiegate, con il coraggio di un uomo che sa ridere delle proprie debolezze, dei propri errori, della morte che è alle porte.
No che non è una recensione, non ne sarei capace, credo.
E' un omaggio, un piccolo atto di stima, un'amichevole pacca sulla spalla di Tiziano.
Lo "conobbi" in una delle videointerviste rilasciate a pochi mesi dalla sua scomparsa. Poi le circostanze della vita vollero che mio fratello conoscesse Folco, suo figlio, e che decidessero di condividere un viaggio in India tra gli asceti induisti (su queste esperienze tra i Sadhu Folco Terzani ha scritto e pubblicato da poco il libro "A piedi nudi sulla terra").
Come dire, ci giro attorno, scruto questa figura speciale da diverse angolazioni.
Mi piacerebbe, dopo aver terminato il libro, guardare il film che ne è stato tratto, "La fine è il mio inizio" appunto. Poi, a chiudere questa specie di trilogia, il libro di Folco. Vi farò sapere.
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