Ho visto questi calciatori di serie A indossare magliette con la scritta "Il calcio è divertimento". Un po' come se Paris Hilton indossasse una t-shirt (bagnata) con la scritta "Il successo non mi interessa" o come se Berlusconi si presentasse al consiglio dei ministri con una polo riportante la frase "I soldi non danno la felicità". Sono iniziative oscene, che mi offendono e che mi preoccupano. Trovo preoccupante che un ragazzino guardando il suo idolo calcistico debba risolvere (e non ci riuscirà) il conflitto cognitivo "il mio mito guadagna svariati milioni" - "il mio mito mi dice di pensare solo a divertirmi (quindi di non provare a diventare come lui)". In tutto questo c'è una immorale e anti-educativa contraddizione in termini. Più senso avrebbe se il ragazzino di cui sopra vedesse la stessa maglietta indossata dai ragazzi più grandi della squadra dilettante del paese: qui forse il messaggio troverebbe una sua congruenza e un suo motivo per esistere.
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